Lo spettacolo dal vivo è inutile?

Nel periodo pandemico tutti gli artisti hanno avuto molto tempo per pensare, troppo tempo per pensare e chi pensa troppo riesce sempre a crearsi nuovi dubbi.

Essendo stato proibito lo spettacolo dal vivo sono stato costretto ad accontentarmi di spettacoli in streaming, interviste o video su youtube.  Vedendoli mi sono posto varie domande sul ruolo e sullo scopo dell’artista in questa società. Siamo solo persone “che ci fanno tanto divertire” (cit.)? Lo spettacolo serve alla crescita e al miglioramento?  Che sia in sala, di strada o in casa, al pubblico manca il teatro? Lo spettacolo dal vivo è inutile?

Il termine arte è stato usato, abusato, travisato e torturato. Definirlo è una questione di opinioni, non è un semplice lavoro da accademico della Crusca. Sicuramente amiamo definirci artisti. Ci fa sentire migliori avvolgerci nella calda coperta di questo termine. Io lo ho scritto come professione sulla carta di identità, qualunque cosa possa significare.

Ma se l’arte è una cosa meravigliosa e importante… perché non manca al pubblico e in questo periodo in cui si può fare tutto è l’unica cosa proibita?

Giochi per il matrimonio, divertimento assicurato

Finto cameriere per matrimoni

Per gli amici organizzare degli scherzi e dei giochi per il matrimonio è una tradizione che non passerà  mai di moda. E’ un piacere per chi li organizza, un piacere per gli sposi che si sentono coinvolti e un piacere per tutti gli invitati per le risate che normalmente ne conseguono.

Giochi per gli sposiSulle regole e i consigli su come organizzare i giochi  per il matrimonio ho già scritto un articolo dedicato, che vi consiglio di leggere prima di scegliere i giochi. Io sono sempre stato in prima linea quando c’era da organizzare scherzi o giochi per gli sposi, lavoro da più di 10 anni nel settore matrimoni come prestigiatore e finto cameriere, quindi ne ho visti molti e posso consigliarvi quelli che più mi hanno divertito.

Partendo dal principio che i giochi per il matrimonio sono belli soprattutto in base a come vengono proposti e presentati, più che in base al gioco stesso, ecco un elenco di alcuni giochi matrimonio.

Amor mio, quanto mi conosci?

Gioco della scarpa al matrimonio

Il gioco delle domande è il gioco per i matrimoni più utilizzato. Lo so che è stravisto, ma nonostante ciò funziona sempre. Per prepararlo vi basta una lista di domande e due oggetti buffi per far prenotare loro la risposta. Eviterei la solita scarpa, perchè è troppo inflazionata

 

Le regole sono semplicissime. Gli sposi si siedono spalle contro spalle su due sedie e devono rispondere a delle domande sulla coppia, alzando un oggetto o un cartello se la risposta riguarda se stessi. L’originalità e la personalizzazione sta nelle domande e negli oggetti da alzare. Se lei è appassionata di cucina può avere un mattarello, se lui è un muratore gli darete una cazzuola, se lei è infermiera uno stetoscopio…

Si comincia con due domande di riscaldamento, per vedere se gli sposi hanno compreso le regole, per poi passare a domande più dedicate alla coppia. Evitate le domande troppo imbarazzanti, che rischiano di rovinare il gioco. Ecco alcuni esempi:

  • Chi è la sposa?
  • Chi è lo sposo?
  • Quando vi siete conosciuti chi ci ha provato per primo?
  • Chi è il più vanitoso?
  • Nella coppia chi è sempre in ritardo?
  • Chi cucina meglio?
  • Chi dei due è il più pigro?
  • Parliamo di soldi. Chi è il più spendaccione?
  • Chi ha sempre ragione tra i due?
  • Al mattino, chi si sveglia per primo?
  • Chi passa più tempo in bagno?
  • Nell’armadio chi ha più vestiti?
  • Chi usa di più il telefono?
  • Chi ha di più la testa tra le nuvole?
  • A tavola chi mangia di più?
  • E chi beve di più?
  • Chi dei due si lamenta di più per un graffio?
  • Di solito chi dice più parolacce?
  • Chi pensa questo gioco sia già durato abbastanza?

Importante è l’uso del microfono per far sentire a tutti gli invitati le domande.

Scenette

E’ sempre bello durante il ricevimento o fuori dalla chiesa far interpretare un piccolo sketch agli sposi in base alle loro caratteristiche, magari mettendo loro accessori buffi che rendano al meglio il ruolo che devono recitare.

Funzionano sempre quelli che si adattano allo stile degli sposi e il loro lavoro. Se lei è incinta la gara a chi mette prima pannolino a bambolotto, se lui è falegname chi sega prima tronco, se lei è una sarta farle cucire una pezza a forma di cuore sulle mutande che lui sta indossando. O vestire lui da gorilla e fargli mimare King King che rapisce la bella.

Prove buffe

Una serie di prove veloci e buffe a gara tra i due sposi che fanno spettacolo per tutti:

  • A entrambi mettere un elastico intorno alla testa che appoggi sulla punta del naso. Vince il primo che riesce a farlo arrivare intorno al collo senza usare le mani. Smorfie degli sposi e risate garantite per tutti.
  • Far cantare un veloce strofa di una canzone con del ghiaccio in bocca
  • Piccola prova fisica. Fare 8 giri su se stessi poggiando la testa su un bastone che tocca il terreno
  • Far dire a entrambi uno scioglilingua buffo
  • Il gioco delle differenze. Mettere i due sposi in posizione strana insieme, coprire davanti con un lenzuolo e cambiare tre piccole cose approfittando della copertura. Spostare un braccio, cambiare orologio da uno all’altro, abbassare un calzino. Dopo 20 secondi scoprire e gli ospiti devono indovinare le 3 differenze da ciò che avevano visto prima.

Le cartoline appese

Preparare un filo da stendere con tante cartoline appese quanti sono gli invitati. Su ogni cartolina scrivere una data e l’indirizzo degli sposi. Tutti gli invitati nella giornata dovranno prendersi una cartolina. In quella data dovranno spedire la cartolina agli sposi con un pensiero , un augurio o una frase spiritosa per loro. Così ogni settimana gli sposi per mesi riceveranno cartoline. Per essere sicuri che venga spedita la cartolina dovrebbe essere già affrancata.

Potete stampare delle foto su cartoncino per trasformarle in cartoline o farle stampare a prezzo contenuto. Avrete così reso questa idea unica e originale. Se il formato è lo stesso delle cartoline basta un francobollo e diventano cartoline a tutti gli effetti.

Chi ho invitato?

Ecco un gioco per il matrimonio molto semplice da organizzare e sempre divertente. Preparate una serie di cartelli con delle caratteristiche che contraddistinguano i vari invitati.

Ecco alcuni esempi dei cartelli che potete preparare.

  • Tutti i cugini
  • Gli invitati alti più di 1,80
  • Tutti gli uomini sposati
  • Tutte le persone che hanno invitato gli sposi al loro matrimonio
  • Tutte le mamme
  • Le amiche che hanno partecipato all’addio al nubilato

Gli sposi si siedono di fronte agli invitati. Voi che organizzate il gioco vi mettete alle spalle degli sposi e alzate un cartello, in modo che tutta la sala possa leggerlo, fuorché gli sposi. Tutti gli invitati che hanno la caratteristica del cartello devono alzarsi in piedi. Da ciò gli sposi devono indovinare la caratteristiche che accumunano tutti quelli in piedi e quindi indovinare ciò che c’è scritto sul cartello.

Potete scrivere caratteristiche riguardanti il luogo in cui vivono, il carattere, qualcosa legato al passato in comune con gli sposi. E’ un gioco veloce e suscita molte risate.

Chiamare un artista di spettacolo

Prestigiatore per matrimoniPer rendere la festa ancora più originale avete pensato a contattare un artista di spettacolo? Il matrimonio è una giornata molto lunga, con tante attività, ma anche tante pause. Un artista di spettacolo saprà riempire la giornata con allegria e originalità. Ad esempio un prestigiatore, può intrattenere gli ospiti in modo garbato, spiritoso e divertente senza mai essere invasivo. Un finto cameriere saprà creare quei momenti di ilarità e follia per rendere memorabile il matrimonio. Dei ballerini porteranno colore e entusiasmo tra gli invitati. Un caricaturista potrà regalare a tutti un ricordo della giornata.

Quando scegliete un artista di spettacolo per il matrimonio informatevi bene sulla sua esperienza, su ciò che farà e se sia un professionista o un dilettante. La sua figura è molto importante nella giornata, ma al contempo deve essere discreta senza mai imporsi sui protagonisti della giornata, gli sposi. Un professionista ha fatto migliaia di spettacoli, non ha alcuna esigenza di rendersi protagonista in un matrimonio. Il rischio dei dilettanti è la loro voglia di esibirsi a tutti i costi, che potrebbe andare oltre le esigenze degli sposi.

Zuccherini

Ecco un altro gioco per lasciare agli sposi un bel ricordo della giornata. Procuratevi degli zuccherini e della carta per impacchettarli a uno a uno. Preparate un tavolino con sopra questi materiali, delle penne e un cartello con le istruzioni (così eviterete di spiegare singolarmente a tutti cosa devono fare).

Durante il ricevimento gli invitati potranno scrivere un pensiero, un augurio o una battuta rivolta agli sposi sul retro della carta regalo. Quindi impacchetteranno lo zuccherino, chiudendolo con un nastro che avrete messo a disposizione. A fine giornata gli sposi potranno portarsi a casa tutti gli zuccherini e, caffè dopo caffè, ogni volta che ne apriranno uno troveranno un messagglio da parte degli amici e dei parenti

 

Tutti i giochi per matrimonio vanno pepararati con attenzione e cura per i dettagli, come ho scritto in questo articolo. Ricordate che i giochi devono divertire tutti, non solo voi che li organizzate.

Sono contrario ai rapporti prima del matrimonio, fanno arrivare tardi alla cerimonia. Woody Allen

 

I giochi matrimonio, consigli su come organizzarli da parte degli amici

State cercando idee per rendere il ricevimento di matrimonio dei vostri amici divertente e  originale? Molti clienti mi chiedono come animare un ricevimento e quali giochi matrimonio funzionano meglio

Ho visto centinaia di matrimoni e ho organizzato per gli amici un sacco di giochi, quindi penso di potere dare alcuni consigli per tutti coloro che vogliono organizzare giochi a un matrimonio.

 

 

Organizzarsi bene

Ogni volta che gli amici degli sposi vengono invitati al matrimonio mettono in opera un impresa per creare allegria e momenti di goliardia, per potere rendere meno rigida la cerimonia e il ricevimento. Striscioni per strada, menu finti, scherzi o scenette fuori dalla chiesa e giochi al ricevimento. Sono tutte cose che rendono ancora più divertente la festa del matrimonio, prendono bonariamente in giro gli sposi e divertono tutti gli invitati, dai bambini agli anziani. Ho visto però tanti giochi finiti per essere noiosi o perfino fastidiosi perché erano organizzati male.

Se volete un elenco di giochi per il matrimonio che secondo me funzionano meglio cliccate qui, ma prima vi consiglio di leggere il paragrafo che segue, riguardante il modo di organizzarli e gestirli, più importante dei giochi stessi.

Consigli su come gestire e organizzare un gioco per gli sposi

 

Prestigiatore per matrimonio

Ho visto molte volte amici entusiasti creare disastri perché non si erano organizzati bene per gestire un gioco, scherzo o animazione per gli sposi. Qui vi lasco alcuni consigli e con esempi di ciò che ho visto in tanti anni di spettacoli ai matrimoni.

 

 

  • Qualsiasi cosa vogliate organizzare, non rovinate ciò che gli sposi hanno organizzato in mesi di fatica e spendendo soldi. Se solete creare menu buffi e finti da mettere in tavola, non buttate quelli originali degli sposi, ma affiancateli a questi. Per le scenette e i giochi fuori dalla chiesa, non rischiate di rovinare i vestiti degli sposi.
  • Qualsiasi cosa vogliate fare al ristorante mettetevi d’accordo prima con il ristorante, il musicista e gli eventuali artisti. Il ristorante consiglierà il momento più adatto, il musicista vi aiuterà con microfoni e eventuali musiche. Se c’è un artista di spettacolo, prestigiatore o giocoliere, saprà presentarvi nel modo migliore per attirare subito la attenzione di tutti e rendere ancora migliori i vostri giochi.
Non esagerate
  • Tutto ciò che fate deve avere lo scopo di rendere ancora più felici gli sposi e di rendere il giorno del matrimonio memorabile per tutti. Gli scherzi ci stanno, ma non devono essere pesanti. Se usate l’idea di mettere  le buste con i soldi interno di un blocco di cemento, ma poi  lo sposo ci impiega 20 minuti per spaccarlo a mazzate, non è più divertente. Se costringete gli sposi a fare un gioco nel momento i  cui tutti i parenti anziani stanno andando via e loro dovrebbero consegnare le bomboniere state creando un disagio per tutti.
Materiali
  • Siate sicuri di avere tutto il materiale pronto per il momento giusto. E’ tragico quando gli amici al ristorante fermano servizio, musica e festeggiamenti per un gioco e poi si accorgono che manca loro qualcosa e tutti gli inviati aspettano per 15 minuti che gli amici si organizzino, creando un buco nella festa, creando disagi al ristorante e rovinando i ritmi previsti dagli sposi.
  • Se volete far vedere un video agli sposi affidatevi a un professionista per la tecnologia. I fotografi o anche i musicisti sono dotati di attrezzature professionali e sono preparati a ogni inconveniente. Se volete gestirli da soli siate molto preparati per tutto ciò che riguarda lettore, formato del video, schermo, luci, proiettori. Fate prove, montate tutto preventivamente. E non fate video di oltre 6-7 minuti. Al posto del divertimento rischiate fortemente di creare la noia.
Fondamentale
  • Non è importante cosa fate, ma come lo fate. Chi presenta il gioco o lo scherzo deve essere spigliato e tenere un ritmo veloce per tutto il gioco. Ogni compagnia ha il personaggio adatto a questo scopo. Ricordate che non dovete intrattenere solo gli sposi, ma tutti gli invitati.
Conclusione

Animazione per matrimoni

Queste sono alcuni semplici consigli su come organizzare dei giochi al ristorante.

 

Per vedere che tipo di giochi potete fare leggete questo mio articolo sui giochi matrimonio.

Se volte vedere cosa propone un professionista dello spettacolo ai matrimoni vi invito a visitare la mia pagina dedicata alla animazione matrimoni come finto cameriere e prestigiatore.

 

Ha voluto sposarsi col vestito della nonna. Era incantevole, ma la nonna moriva di freddo. Boris Makaresko

Come nasce la creatività

Definire e spiegare una capacità artistica come la creatività non è immediato. Molti hanno spiegato come nasce la creatività in libri e video. Esistono anche dei corsi su come allenare e ampliare le proprie capacità creative. Sono nati anche strumenti, sistemi e perfino app per poter utilizzare al meglio i propri talenti.

Come nasce la creatività

Tutto parte dalle doti naturale della singola persona all’uso della fantasia e alle capacità di inventare cose nuove. Il nostro cervello riesce a trovare connessioni tra idee e conoscenze che abbiamo per elaborare idee completamente nuove.

Per capire dove nasce la creatività, per avere fantasia bisogna prima di tutto conoscere tante cose.

La creatività è 10% ispirazione e 90% conoscenza.

Quando nasce la creatività

Per poter elaborare le idee e creare nuove connessioni neurali in nostro cervello non deve essere impegnato in nulla, quindi la creatività nasce dalla inattività, dalla noia, dal relax. Le idee migliori mi sono venute mentre guidavo o nel dormiveglia. La noia quindi è quasi da ricercare per coloro che cercano nuove ispirazioni.

Grazie agli smartphone oggi possiamo avere accesso a tante informazioni e notizie da tutto il mondo. D’altra parte grazie allo smartphone noi non siamo mai annoiati, ogni momento libero ci affidiamo alla tecnologia per poter evitare la noia. Da ciò nasce la situazione paradossale in cui la tecnologia ci da accesso a un mare di conoscenza e  uccide la creatività.

Ogni volta che controllate lo smartphone per vedere se vi è arrivata una notifica o un messaggio sappiate che probabilmente state uccidendo un’idea.

 

I maghi hanno il compito sociale di risvegliare il senso della meraviglia, piantare semi per la fantasia, specialmente nei più giovani.

 

– Amy: Potremmo mettere via i cellulari e parlare come dei normali esseri umani?
– Sheldon: Potremmo, ma grazie a Steve Jobs non dobbiamo farlo.”

dalla serie The Big Bang Theory

 

 

L’ultimo varietà del Teatro della Caduta

Il 26 Febbraio 2019 sono caduto per l’ultima volta, ovviamente sul palco del Teatro della Caduta. Ora questo luogo è chiuso e ne rimane solo una serranda chiusa su via Buniva.

Il placo del Teatro della Caduta

A Torino 15 anni fa nacque il Teatro della Caduta, dalle idee e dai sogni di Massimo Betti Merlin e Lorena Senestro. Un rifugio per gli attori e gli artisti senza palco fisso, un luogo di accoglienza per i senzapalco, un ritrovo per i viandanti delle arti performative.

 

Proponeva spettacoli e serate di ogni genere, ma sempre originali e innovative, sempre diverse. Il collante che dava unione e coerenza a tutte le sua attività era il varietà del martedì… tutti i martedì, senza sconti. Un luogo in cui sperimentare, provare e soprattutto per cadere. Tutti coloro che approdavano a questo molo erano coraggiosi o sprovveduti pronti al fallimento, allo scopo di imparare e rendere ancor più salda la propria arte.

“Chi non ha mai fallito non può essere grande.” Herman Melville

Per me era un luogo magico, unico e inimitabile. Ecco perché.

Un teatro leggendario

Prima di tutto era piccolo, tanto piccolo. Stile che in casa mia, che già è piccola, ce ne stavano più di quattro di teatri della Caduta. Ma aveva tutto quel che serviva per essere un signor teatro: luci, amplificatori, sipario, fondali e una quinta. Il palco di 6 metri quadri era sovrastato da un antro in cui un’orchestra dal vivo accompagnava tutto il varietà, sempre bravissimi, giusto leggermente incurvati per non sbattere la testa sul soffitto. Ci stavano 45 spettatori, su sedie di legno pieghevoli. La regia tecnica stava su un piccolo soppalco sopra l’ingresso. Per entrare non si pagava un biglietto, mai. Tutti gli spettacoli si pagavano a cappello, gli spettatori potevano dare in base a quanto gli era piaciuto. Durante il varietà c’era un momento in cui si dava la possibilità a qualcuno del pubblico di salire dalla sala e cadere insieme agli artisti, senza filtri. Ci stava poca gente, ma a Torino lo conoscevano tutti.

Fin dalla sua nascita mi ha accolto e accompagnato con i primi numeri legati al teatro, facendomi conoscere un nuovo modo di fare spettacolo e stimolandomi nel provare nuove idee, per quanto folli fossero. Mi ricordo le prime serate passate nel camerino, che non era un camerino, ma pochi metri quadri dietro il palco in cui ci ritrovavamo in cinque o sei, aspettando di cadere. L’ansia e la tensione si percepivano nell’aria. A volte le mani mi tremavano, altre volte nell’attesa giocavo a carte con gli amici.

Il giorno in cui cadde il teatro

Martedì 26 Febbraio 2019 è stata l’ultima volta che ho calpestato quel palcoscenico, con tantissimi amici e compagni di viaggio di questi 15 anni. Con alcuni ho condiviso tanti altri spettacoli, con altri tante discussioni sull’arte, con altri semplicemente alcune camminate in montagna. Una serata ricca di ricordi, emozioni e voglia di fare teatro insieme, tra giocoleri e maghi, clown e musicisti, attori e cantanti.

Per questa ultima serata con noi quella sera, come ospite speciale, c’era Dirce, sempre meravigliosa e affascinante, protagonista dei primi anni del Teatro della Caduta. Cantante straordinaria in stile anni 30… perché lei è di quegli anni. Con i suoi 86 anni ci ha incantato ed emozionato un ultima volta con due brani di Edith Piaf, perché, come mi ha detto lei “non ci vedo più, ho problemi a camminare e a volte non mi funziona il cervello, ma la voce ce la ho ancora buona!”.

 

Le emozioni e le sensazioni che mi ha dato questo teatro in questi anni mi lasciano una domanda senza riposte, ora dove andrò a cadere il martedì sera?

Chi striscia sulla terra non è esposto a cadere tanto facilmente come chi sale sulle cime delle montagne. Søren Kierkegaard

 

 

Un Palco Libero

Una nuova serata al Circolo Amici della Magia di Torino

L’articolo 21 della Costituzione Italiana parla della libertà di espressione.

Gli artisti rivendicano spesso questo diritto, ma ben poche volte ne fanno uso. Ogni volta che saliamo su un palco ci riteniamo liberi di esprimerci per trasmettere un messaggio o un emozione al pubblico. In realtà liberi non lo siamo affatto. Per poter proporre il nostro spettacolo dobbiamo obbedire a tantissime regole, molte delle quali sono legate alla necessità di piacere al pubblico e all’essere “commerciali”.

L’innovazione nasce dall’aprire nuove strade, dalla sperimentazione e ovviamente anche dal fallimento. Serve un luogo ed un’occasione per scoprire se le proprie idee e il nostro lavoro funzionano ed ottengono l’effetto che vorremmo raggiungere.

Una serata di spettacolo aperta 

Circolo Amici della Magia di Torino

A partire dal 22 Novembre 2018 presso il Circolo Amici della Magia di Torino nasce una serata in cui spero molti provino esercitare il diritto della libertà di espressione. La serata si chiama Palco Libero, un semplice nome che faccia capire che quella sera salire sul palco sia diritto di tutti coloro che vogliano provare il proprio numero davanti a un pubblico. Un pubblico ovviamente libero, libero dal prezzo di un biglietto, libero di esprimere il piacere o il dissenso, libero di vedere una serata senza preconcetti.

La serata sarà gestita da me e dall’amico Graziano Poletti, esperto organizzatore di spettacoli teatrali. Chiunque sia alla ricerca di un palco e un pubblico quella sera potrà averlo, qualunque tipo di arte eserciti, perfino il teatro danza.

“La musica è come il sesso: bisogna sperimentare sempre nuove posizioni.”
Zucchero

La magia come rimedio alla disinformazione sociale

Sono rimasto colpito da un recente servizio riguardante il primato dell’Italia nella disinformazione sociale. Abbiamo un’idea sbagliata su ciò che accade nel mondo. A tal proposito vi consiglio il libro “Dare i numeri. Le percezioni  sbagliate sulla realtà sociale” di Nando Pagnoncelli.

Una causa è la tecnologia che ci portiamo in tasca ogni giorno. Viviamo in una società in cui gli smartphone sono diventati i protagonisti dell’informazione. Ci guidano nel cammino con i navigatori. Risolvono ogni dubbio in qualità di enciclopedie tascabili velocemente consultabili. Permettono di comunicare in maniera istantanea con chiunque. I vantaggi sono immensi, ma molti sono gli aspetti negativi e si è arrivati al punto i cui gli svantaggi cominciano a superare i vantaggi.

Gli smartphone stanno creando un serie di grosse ignoranze nel contesto sociale quali ad esempio le ignoranze emotive (dagli studi dell’intelligenza emotiva di Goleman). Strumenti denominati social, quali Facebook, Instagram o Whatsapp stanno inaridendo la capacità di instaurare rapporti emotivi reali con le persone. Stiamo perdendo la connessione con la realtà e abbiamo grosse difficoltà a comprendere cosa è vero e cosa è falso. Proprio di questo tratta l’ignoranza percettiva, il non comprendere cosa veramente stia capitando nel mondo e avere una visione errata della realtà sociale. Secondo alcuni studi l’Italia sarebbe il paese più ignorante d’Europa in questo settore, sic!

L’arte cinematografica e la televisione alimentano questo problema, creando mondi di fantasia molto realistici. Diversamente gli spettacoli di magia dal vivo possono rappresentare un incentivo alle persone di guardare il mondo con più attenzione. Il paradosso è che quindi la magia, l’arte dell’inganno, è la terapia all’inganno stesso!

Il prestigiatore è il bugiardo più sincero che esista

Noi maghi mentiamo in tutti i nostri spettacoli con frasi di questo genere: “ho messo la moneta in questa mano”, “non posso sapere la carta che lei ha scelto”, “la scelta che ha fatto è stata completamente libera”. Per tutte queste menzogne noi andremo sicuramente all’inferno. D’altronde Il pubblico è consapevole che noi stiamo cercando di ingannarli e quindi guarda i nostri spettacoli con una mente critica e attenta. Dovrebbero imparare a leggere le notizie su internet con lo stesso spirito critico con cui osservano noi maghi e tutti starebbero meglio.

D’altra parte nessuno crederà a questo articolo in quanto…

“II bugiardo anche se dice la verità, non viene creduto.” Aristotele

Finti side show

Ogni forma di spettacolo che crea emozioni nuove mi attrae. Più la performance esce dagli schemi convenzionali, più ne sono affascinato. I finti side show uniscono l’idea di esibizione alla burla, un tipico spettacolo fuffa.

Side Show

Il Side Show è una forma di spettacolo nato parallelamente alle tradizioni circensi e derivato da forme di spettacolo tipiche degli artisti girovaghi medioevali. A fianco ai tendoni da circo (da qui il termine side show) venivano montati piccoli tendoni in cui il pubblico con pochi soldi in più rispetto al biglietto del circo poteva vedere qualcosa di speciale o perlomeno pubblicizzato come tale. Spesso erano dei fenomeni da baraccone, freak show, in cui si potevano ammirare personaggi quale la donna barbuta, l’uomo più grande del mondo o la donna con due teste. Potevano anche essere basati su performance veloci, ma di impatto, come mangiatori di spade, sputafuoco o fachiri. La cosa più importante era che fossero annunciati come sensazionali, per questo la locandina era fondamentale.

Jabba Side Show

In Italia, Piero Ustignani, in arte Jabba, ha rivisitato con successo i side show e propone strani personaggi, quali ad esempio l’uomo più tatuato del mondo o il nano allungato. Tutto è miscelato con numeri di fachirismo e performance estreme per creare forti emozioni nel pubblico.

 

Finti Side Show

Seguendo questa tradizione nascevano i finti side show, pubblicizzati come spettacoli straordinari, ma che si rivelavano delle burle. Solitamente chi pagava il biglietto uscendo non raccontava agli altri spettatori l’inganno per due motivi: la vergogna di essersi fatti “fregare” e la voglia di vedere le reazioni degli altri all’uscita del tendone.

Bella Virginia al Bagno, finti side show

Storico era lo spettacolo tipico italiano in cui si invitavano gli spettatori a vedere “la bella Virginia a bagno”. Tutti gli uomini infoiati che entravano nel tendone potevano ammirare una sigaretta di marca Virginia in mezzo a una vaschetta di acqua.

Qualche anno fa mi è capitato di pagare un euro per vedere l’uomo che non mangia da tre mesi. Sono entrato in questo tendone e in un angolo c’era un ragazzo magrolino a dorso nudo su una sedia che ti guardava negli occhi. In quel momento capivi di esserti fatto fregare, ma uscivi con il sorriso dal tendone.

Un altro spettacolo sensazionale che potevate vedere era l’uomo che con il suo potere magnetico vi avrebbe fatto alzare dalla sedia prima che fosse arrivato a contare fino a tre. Tutti entravano nel tendone e si sedevano. Entrava un tizio ben vestito che contava “uno, due e… ” e poi se ne andava dal tendone. Chi prima, chi dopo, tutti capivano la beffa e se ne uscivano dal tendone, magari consigliando agli amici di andare a vedere questo spettacolo straordinario.

Tanti i finti side show di questo genere: l’uomo con tre palle che si rivelava semplicemente un giocoliere, la donna con due teste che si presentava in scena con due teste d’aglio o la tartaruga volante, con attaccato sulla schiena un volante da auto .

Lasciarsi ingannare in questi casi è una cosa bella e divertente. Il piacere di vedere uno spettacolo di magia si basa anche su questo principio, provare nuove emozioni grazie ad artifici che portano alla meraviglia.

“È una gran cosa quando realizzi di avere ancora l’abilità di sorprenderti. Ti fa chiedere cos’altro puoi fare che ti sei dimenticato.”   Kevin Spacey

Magicpedia. Il laboratorio di magia condivisa prende forma

Magicpedia, la magia condivisaSei mesi fa annunciavo l’inizio di un nuovo laboratorio di magia al Circolo Amici della Magia di Torino in questo articolo. Dopo un periodo di rodaggio ora sono molto soddisfatto del risultato. La serata di Magicpedia è diventato un salotto in cui incontrare altre persone con la passione della magia, per sentire le ultime novità dal mondo magico, condividere effetti e nuovi attrezzi, discutere su argomenti dello spettacolo.

I cavalieri della Tavola RotondaHo riscoperto come una diversa configurazione della sala possa cambiare l’atteggiamento dei partecipanti nei confronti di un incontro. Da sempre le serate e le conferenze si svolgono su un palco e con tutte le sedie in direzione di questo. Dopo i primi due incontri in cui i partecipanti ascoltavano e non intervenivano nelle discussioni ho voluto cambiare la configurazione. riprendendo il concetto della tavola rotonda di re Artù. Ho messo tutti alo stesso livello in cerchio, con al centro un tavolino di servizio per chi volesse fare un effetto o presentare un oggetto.

Magicpedia, laboratorio di magia con Jefte

Il risultato è stato ottimo e ora, dopo sei puntate di Magicpedia, tutti si sentono liberi di dire il proprio parere, professionisti del settore o neofiti del mondo magico.

I contenuti delle serate passate

Molti sono già stati gli ospiti di questo laboratorio e molti gli argomenti trattati. Marco Aimone, con il sua gran bagaglio di nozioni magiche, quando è presente arricchisce la serata con molte pillole di cultura e aneddoti. Davide Brizio, da ottimo ricercatore, spesso presenta una curiosità di storia della magia o un insolito principio matematico. Abbiamo parlato di magia chimica grazie a Saverio Orlando Falbo, di contact con Manuel Bruttomesso, di ventriloquia, di street Magic, di trasmissione sulla magia, di creatività e di molto altro. Tutto condito con molti effetti di magia. La ricetta perfetta non è ancora stata trovata, ma il piacere è proprio nella ricerca.

Il divertimento della ricerca è trovare sempre altre frontiere da superare, cercare sempre di progredire pur sapendo che probabilmente ci si avvicinerà sempre di più a comprendere la realtà, senza arrivare mai a capirla completamente. Margherita Hack

Molti si chiederanno, ma in tutti questo io cosa faccio? Beh sicuramente come creatore e organizzatore “dittatoriale” della serata invito gli ospiti con gli argomenti che più possono interessarmi! Ovvio! Se non mi divertissi io per primo la serata non potrebbe funzionare. In realtà ogni mese porto un argomento nuovo che mi costringe in quel mese a studiare e a documentarmi. Ogni stimolo è buono per contrastare la mia pigrizia.

Se non fosse per la mia pigrizia, potrei essere l’uomo più pigro del mondo. Guido Clericetti

 

Un mago e giullare medioevale a Finalborgo

Jefte, giullare medioevaleDa molti anni Jefte, giullare medioevale, partecipa a Viaggio nel Medioevo a Finalborgo, con le sue strane trovate e in compagnia del suo cane invisibile. Tra spettacoli di piazza e animazioni itineranti questo evento mi ha sempre dato grandi soddisfazioni.

 

FinalborgoFinalborgo, borgo medioevale è un borgo medioevale sopra Finale Ligure di un fascino particolare. A fine Agosto il paese fa un balzo indietro di sei secoli. Viene organizzato un evento grandioso, Viaggio nel Medioevo, manifestazione cui partecipo da molti anni. Tantissimi sono coloro che lavorano tutto l’anno per l’organizzazione di questa manifestazione cui affluiscono ogni sera migliaia di persone. Sono quelli del Centro Storico del Finale, tutti volontari con una grande passione per il loro paese e per il mondo medioevale.

Per il prossimo anno la manifestazione è in forse e questo mi dispiace molto. Spero che si mettano d’accordo e facciano di nuovo rivivere il medioevo per i 4 giorni della festa.

I video

L’amico Nespolo lo Giullare, al secolo Manuel Bruttomesso, ha montato per me due bei video nuovi della manifestazione del 2016, grazie anche alle riprese di Davide Fontana.

 

 

Lavorare come giullare medioevale è affascinante. Lascia molta libertà, in quanto all’intrattenitore tutto, perlomeno quasi, è permesso. Atteggiamenti e frasi che in uno spettacolo normale sembrerebbero fuori luogo, volgari o sciocche, nel medioevo sono permesse e “perfino” apprezzate. Il giullare e in particolar modo il buffone erano gli unici che potevano deridere i poteri forti quali la Chiesa e i sovrani, senza essere immediatamente arrestati e decapitati.

Le stesse parole che dette da un filosofo gli costerebbero la testa, in bocca a un buffone suscitano allegria. Erasmo da Rotterdam

Ora volgarità e irriverenza non sono più prerogativa dei comici. Sono stati sdoganati e vengono usati da tutti, politici, giornalisti, calciatori. Tutti lavori molto meno nobili e sinceri del giullare.

Il capogabinetto? Ma come, in un ministero così grande c’è un solo gabinetto? TOTÒ, Antonio Cocozza