Magicpedia, laboratorio di magia condivisa al Circolo Amici della Magia di Torino

A Settembre 2016 il Circolo Amici della Magia di Torino (CADM) mi ha permesso di provare una nuova attività, un laboratorio di magia condivisa.

Circolo Amici della Magia di TorinoDa alcune chiacchierate con Marco Aimone, presidente del CADM, è nato un laboratorio nuovo e originale che mi ha subito conquistato. L’idea mi stimola molto e credo possa portare aria nuova al circolo e alla magia in generale

Magicpedia, la magia condivisaTutta la serata si basa sul concetto di conoscenza condivisa, lo stesso principio su cui è basata l’idea di Wikipedia, l’enciclopedia del sapere condiviso, cui tutti possono dare un apporto. Gli argomenti e i temi riguardanti il mondo magico sono innumerevoli e non esiste nessuno che detenga il sapere infinito di tutto. Ogni appassionato di magia ha delle conoscenze e capacità particolari che possono essere valorizzate e messe a disposizione di tutti, se presentate nella maniera giusta.

La conoscenza, per essere tale, va condivisa e fatta circolare.

Questa nuova attività ha anche lo scopo di coinvolgere le persone che spesso si sentono e si ritengono spettatori all’interno del circolo. Un circolo appartiene a tutti i soci e va vissuto da protagonisti. Dare la possibilità e la responsabilità di condividere le proprie idee è uno stimolo sicuramente positivo in questa direzione.

Magia condivisaPiù persone parlano di svariati argomenti nell’ambito della magia o più in generale dello spettacolo in base alle proprie conoscenze specifiche, a un numero che stanno studiando, a un video o un libro letto di recente, a uno spettacolo visionato o a esperimenti personali. Gli incontri non saranno delle docenze, ma delle tavole rotonde in cui ogni socio può dare un apporto in più all’argomento presentato in base alle proprie conoscenze.

Volentieri mi sono proposto per gestire e organizzare la serata, presentando i vari effetti, appoggiando i soci non abituati a parlare in pubblico, gestendo i tempi della serata, moderando le eventuali discussioni riguardanti un argomento. Questa serata si prospetta come una fucina di idee e io già pregusto la scorpacciata di nuove idee che mi permetterà di fare questa attività.

Se questa serata basata sulla magia condivisa funzionerà o meno nessuno può saperlo, ma se nella vita non si provano cose nuove, dove sta il divertimento?

Sul futuro, vago e incerto, si possono fare un’infinità di piani interessanti, meglio ancora se azzardati e improbabili, tanto niente corrisponderà alle nostre elucubrazioni, ma almeno avremo avuto il piacere di progettare.
Agatha Christie

 

La nascita di un giullare medioevale

Come nasce un giullare medioevale o un personaggio per uno spettacolo?

Spesso c’è un lavoro a tavolino che parte dalle esigenze dello spettacolo che si vuol mettere in scena, dal carattere che deve avere il personaggio in questione e dai numeri che questo dovrà eseguire. Altrettanto sovente nasce per caso o, nell’ipotesi in cui ci si creda, secondo il destino che guida la nostra esistenza.

Creare è dare una forma al proprio destino.    Albert Camus

Tanti anni fa , Manuel Bruttomesso, mio compagno Cappello da giullaredi teatro alla scuola di Philip Radice ed esperto giullare medioevale, mi coinvolse in un suo spettacolo. Mi vestì con qualche abito che gli avanzava e per regalo di compleanno mi fece un cappello. L’originale non lo possiedo più, ma è simile a quello che uso attualmente.

Non avevo uno spettacolo, né numeri propriamente medioevali, ma mi buttai in un festival in cui ero ospite e misi in scena qualche numero, con un discreto successo.

Foto di Andrea Guermani

 

Da allora sono passati 10 anni e il personaggio è cresciuto, cambiato, si è evoluto, ma il cappello è rimasto lo stesso.

Posso dire che quel cappello è stato il seme che ha fatto nascere il giullare che ora è coinquilino del mio corpo. In alcuni eventi lo lascio libero di fare ciò che vuole. Un giullare può fare veramente ciò che vuole, le regole dell’etica e della morale nel mondo medioevale sono molto meno restrittive.

Le stesse parole che dette da un filosofo gli costerebbero la testa, in bocca a un giullare suscitano allegria.     Erasmo da Rotterdam

Particolare di affresco in una chiesaLe origini storiche

Nel mio girovagare una ragazza che lavorava nella falconeria mi fece avere questa immagine, un particolare di un affresco della chiesa di Santa Maria Assunta al Vallo di Nera (PG). Dimostra che il mio copricapo non è proprio campato in aria.

Esisteva davvero e lo portava la gente comune, posso quindi ritenermi storicamente giustificato da ciò che indosso, anche se, nonostante le dissertazioni storiche di questi ambienti medioevali, tutto ciò che rimane è il divertimento che posso portare alle persone che incontro.

 

Beato chi riesce a strappare sorrisi, anche quando il cielo è grigio.   Efisio Melis

Il Finto Conferenziere

Targetta BlogAlcuni giorni fa ho messo in opera un nuovo personaggio che mi ha divertito molto… il finto conferenziere.

Un mese fa un’azienda mi ha chiesto di portare qualcosa di nuovo nel loro meeting aziendale. È così nato un nuovo personaggio, Bryan Villa.

Dopo tutta una mattinata di meeting il direttore regionale dell’azienda, ottimo complice in questo divertente inganno, mi ha presentato come ultimo relatore appena giunto da New York e specializzato in marketing d’avanguardia. Il risultato è stato di successo con dei risvolti inaspettati.

Finto conferenziere '16Prendendo spunto dagli anni di esperienza come finto cameriere, nei giorni precedenti ho scritto per bene il canovaccio del mio piccolo seminario fuffa. Ho preparato le slide e per studiare il personaggio ho guardato qualche filmato dei meeting motivazionali, in cui i formatori sono già la parodia di se stessi e mi fanno tanto ridere. Da qui è nato il mio ingresso: “Buongiorno, il mio nome è Bryan Villa e sono un vincente”. Grazie a questa frase stavo già sui maroni a metà della sala!

Proseguendo ho descritto a tutti un mio dettagliatissimo e noiosissimo curriculum, ovviamente totalmente inventato, descrivendo per bene gli indirizzi di tutte le numerose scuole che avevo frequentato. Qualcuno dei partecipanti al convegno in seguito mi ha detto di aver pensato che con tutti gli studi che avevo fatto si capiva subito che nella vita non avevo mai fatto una milza.

“La gente perdona a un uomo tutto, tranne un noioso discorso.”
Winston Churchill

Slide di una performance da finto conferenziereDopo alcuni improponibili consigli aziendali ho cominciato a proporre la vendita di prodotti innovativi e improbabili: uova con due tuorli, porta pad da volante, imbuto per permettere alle donne di urinare in piedi…

Non so perché, ma a questo punto non mi hanno più preso sul serio.

È stato un divertente studio del personaggio del finto conferenziere e di un certo tipo di ambiente, ma il risvolto inaspettato sono coloro che mi hanno detto che i miei argomenti erano pertinenti e istruttivi. Un partecipante al meeting in seguito ha commentato: “Lei ci ha fatto ridere, ma in realtà si vede che dietro c’era un pensiero su cui riflettere”. Giuro che questa non era mia intenzione e se lo ho fatto chiedo scusa a tutti !

“Ignoro dove l’artificiale finisca e cominci il reale.”
Andy Warhol

Mischiare o mescolare le carte?

Mescolare le carteMi trovo spesso nei miei spettacoli ad invitare alcuni spettatori a mescolare le carte, talvolta dicendo loro “Mischia il mazzo!”.
Anni fa, chiacchierando con un noto prestigiatore, lui mi disse che il termine mischiare in realtà è tipico del sud Italia e per via indiretta del Piemonte, per tutta la contaminazione dovuta all’immigrazione avvenuta dal dopoguerra agli anni 70. Un po’ come con l’esclamazione “Minchia!” insomma.
Mi sono chiesto allora quale sarà il termine corretto?
Con una breve ricerca ho capito che i più conosciuti mescolare e mischiare sono entrambi accettati e corretti, per ogni regione d’Italia.
Questi due termini sono in realtà molto generici e sono adatti per molti ambiti, mescolare gli ingredienti, mischiare i colori…

Il destino mescola le carte e noi giochiamo.   Arthur Schopenhauer

Mescolare carte 2C’è un termine che che è più specifico per le carte, ma alquanto poco usato: scozzare. Non stupitevi se invitando qualcuno a scozzare le carte questo vi guardi come un alieno uscito dall’uovo di Pasqua. È un termine quasi sconosciuto, anche tra i prestigiatori. Più noto è il suo contrario: accozzare, col significato di raccogliere , unire insieme, accordare. “Con i colori ci ha accozzato”, per dire che ha trovato la giusta armonia tra i colori.

– Monica: Abbiamo mescolato le carte e capito come si gioca, facciamo sul serio ora!
– Ross: Sei sicura? Phoebe ha appena scartato due Jack perché le sembravano tristi!         dalla serie TV Friends

Ma potreste trovarvi di fronte a qualcuno che vi chiede di menare le carte. Non è una perversione sadica nei confronti delle carte da gioco, ma un termine non riconosciuto dal dizionario italiano, ma usato in alcune province italiane, ad esempio Como e Lecco

Ricercando tra i termini dialettali ho scoperto molte altre forme di espressione, dal calabrese ‘mbriscare al napoletano ammiscà, dal toscano ruzzecare al piemontese armnè.

E chiunque abbia da aggiungere il suo, lo faccia!

La briscola. Gioco molto semplice. L’avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. È opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po’ di saliva. Le carte prendono così la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un’impastatrice.    Stefano Benni

I temi dei bambini sullo spettacolo di magia in una scuola elementare

Due settimane fa la maestra Graziella di una scuola della provincia di Torino mi ha sorpreso regalandomi le copie dei temi che i bambini avevano fatto dopo aver visto il mio spettacolo di magia in una scuola elementare. Mi hanno fatto ridere tantissimo e ve ne ripropongo qui qualcuno.

Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.
Pablo Picasso

Racconto io. Il Mago J

Venerdì usciti da mensa abbiamo visto Mago J. 

Per prima cosa ci ha spolverati un po’ tutti e per seconda visto che diceva che c’era una mosca sui nostri nasi ha preso il ciapa mosche; poi una pistola con due mani e infine un battipanni con le punte a forma di pallone poi ha tirato fuori un pupazzo che ci faceva la pipì addosso e sapeva fare il ballo dell’indiano, ma l’ha posato nella scatola delle magie, un secondo dopo ha tirato fuori un palloncino l’ha gonfiato e BUM

L’ha scoppiato e ne ha tirato fuori uno più grande e ha tirato fuori dalla scatola un grande arnese per gonfiare il palloncino e BUM!

Anche questo palloncino era scoppiato. Allora ne ha tirato fuori un altro ancora più grande e l’ha gonfiato e non ho visto più niente, ma dopo un po’ ho aperto gli occhi e non ho visto la scena ma ci ha detto vi faccio un panettone e dopo un po’ aveva già messo dentro tutti gli ingredienti e ci ha messo dentro un fiammifero e ha bruciato tutto il panettone. Ha chiuso la pentola con il tappo; quando ha riaperto c’era una tortora bianca e il mago J ci ha spiegato che lui non aveva la patente e la tortora doveva guidare la macchina e ce l’ha fatta accarezzare.

Ce ne sono molti, con tanti complimenti dei bambini, che io ho pubblicato sul mio sito a questa pagina. Qui inserisco due temi che non ho inserito, forse perché “non mi fanno un gran pubblicità”, ma che trovo spassosi.

Gli adulti sono troppo seri per me. Non sanno ridere. Meglio scrivere per i bambini, è l’unico modo per divertire anche me stesso.   Roald Dahl

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Racconto io. Il Mago J. 

Venerdì 12 Dicembre di pomeriggio, dopo che abbiamo pranzato, è venuto il Mago J e ci ha fatto morire dal ridere con i suoi trucchi magici. Anzi mi correggo, un po’ magia, un po’ esperimento, un po’ tranquillità.

Alla fine ha eseguito una vera magia, anche se un poco disgustosa. Ha fatto apparire un colombo che, a suo dire, lo avrebbe portato a casa.

A questo punto è finito lo spettacolo e siamo rientrati in classe.

 

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Racconto io mago J

Venerdì pomeriggio è venuto mago J a farci uno spettacolo. Più di un’ora ed era un po’ pazzo perché ha gonfiato un palloncino verde.

Era un po’ grande però quando l’ha gonfiato era diventato grandissimi. Tutti avevano paura che scoppiamo e allora tutti urlavano. A un certo punto il palloncino fece PUM!!!

Dopo prese un palloncino ed era molto più grande, ma molto più grande, per fortuna non è scoppiato e siamo restati tutti interi. In quel momento mi sono sentito calmo e lo spettacolo è stato bello.

Queste regole sono semplicissime, le capirebbe un bambino di quattro anni.
Chico, vammi a trovare un bambino di 4 anni, perché io non ci capisco niente!
Groucho Marx

 

 

Le meraviglie storiche di un prodotto

La meraviglia e lo stupore sono sensazioni innate che ci accompagnano per tutta la vita. Io in qualità di prestigiatore ne so qualcosa. Da piccoli è più facile provare sorpresa, poiché la poca esperienza e i minori filtri fanno sì che i bambini si stupiscano molto più che gli adulti. Ma le possibilità di essere meravigliati non finiscono mai.

Per provare queste sensazioni non serve per forza un mago, come ci insegnano Mariano Tomatis e Ferdinando Buscema nel loro bellissimo libro “L’Arte di Stupire” che consiglio di leggere per imparare a vedere il mondo con occhi diversi. Con il loro slogan “magia al popolo” ci insegnano che la meraviglia si nasconde in tutto: libri, video, edifici, azioni, parole, basta permettere alla mente di lasciarsi sorprendere.

Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per cosi dire morto; i suoi occhi sono spenti.  Albert Einstein

Dopo avere scritto “Mercante di Fuffa“, il mio ultimo spettacolo teatrale, mi riscopro quotidianamente a stupirmi di fronte ad alcune trovate pubblicitarie per reclamizzare un prodotto o anche solo per attirare l’attenzione, come ho già scritto nell’articolo Le meraviglie matematiche di un’insegna.

Mangiando un boccone in una bellissima hamburgheria in Torino, in cui la scelta degli ingredienti e dei prodotti è molto ricercata , mi sono trovato a leggere questo cartello

miaccia medioevale

Scusate la bassa qualità della foto presa al volo. Il prodotto di cui tratta è la Miaccia, specialità a base di farina di mais.

Il cartello dice: la miaccia è un prodotto tipico della tradizione valsesiana, conosciuta anche nel canavese  con il nome di miassa. La miaccia è una cialda fragrante e sottile, alimento antichissimo (risale al Medioevo) si accompagna ottimamente con formaggio e salumi. E’ una specialità a base di farina di mais Isola.

Il fatto che sia buona non è messo in dubbio, ma questo cartello mi ha fatto ridere e vi lascio rileggere la frase per capire il motivo del mio stupore per ciò che c’è ho letto.

Se non lo capite ve lo faccio notare io nel prossimo paragrafo.

Un piatto piemontese a base di mais risalente al Medioevo o è una scoperta storica straordinaria o un piccola distorsione della storia per enfatizzare l’antichità di un prodotto. Il mais arriva dall’America, che è stata scoperta dopo il medioevo. Lascio a voi decidere se il canavese avesse un mais medioevale tutto suo o se la storia è stata presa un po’ per il naso. L’importante è aver trovato un attimo di meraviglia inaspettata all’interno di una hamburgeria.

Questo mondo è una meraviglia. Non c’è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia – ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d’essere parte di questa meraviglia – ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova?  Tiziano Terzani

 

Le meraviglie matematiche di un’insegna

mercante di fuffa spettacolo teatraleL’anno scorso ho scritto e interpretato uno spettacolo chiamato “Il Mercante di Fuffa“, un “medicine show” moderno che riprende la tradizione dei ciarlatani che giravano le piazze dei paesi di tutto il mondo vendendo farmaci miracolosi, unguenti ringiovanenti e pozioni d’amore. Per scrivere il testo ho fatto molta ricerca sia nell’ambito specifico delle ciarlatanerie e delle medicine alternative sia dal punto di vista del mondo delle vendite. Da allora mi accorgo di cose che non vedevo prima e rimango affascinato dagli ingegni delle pubblicità e delle tecniche di marketing, che stravolgono scienza, storia e geografia per venderti un prodotto…senza che tu te ne accorga.

L’essenza della matematica è la sua libertà.  (Georg Cantor)

Nel mio spettacolo parlo di statistica, la scienza inesatta per eccellenza, tramite la quale ognuno può dire quello che vuole e interpretare i dati a proprio piacere. I numeri in generale possono essere manipolati per trasformare la realtà.

Un mese fa ho visto la seguente insegna in città e ne sono rimasto meravigliato dalla genialità.Insegna detrazioni fiscali

Il messaggio che ci trasmette è chiaro e molto allettante: PAGHI SOLO il 10% PER RIFARTI LA CASA.  Prodigioso!!!

Nel mondo delle vendite le percentuali vengono usate moltissimo e spesso a sproposito. Spero presto di riuscire a scrivere un articolo su questo argomento, ma ora voglio analizzare l’insegna frase per frase nell’ordine in cui sono scritte.

Trattandosi di un linguaggio, la matematica può essere usata non solo per informare, ma anche, soprattutto, per sedurre.  (Benoît Mandelbrot)

  • La detrazione fiscale del 65 % non è proprio uno sconto, tu lo paghi comunque. Lo stato ti detrarrà questa cifra dalle tasse in un tempo diluito in anni (molti). Quindi questi soldi tu comunque devi tirarli fuori.
  • Lo sconto è un altra parola magica che vuol dire tutto è niente. Lo sconto parte da un prezzo che tu non conosci, il cosiddetto prezzo di listino, che solitamente è aumentato della stessa percentuale dello sconto. Ma se ti viene detto che ti fanno uno sconto tu sei molto più contento e chi è più contento compra di più.
  • Con il 10% di spesa rinnovi la tua casa. E qui arriva il volo pindarico linguistico-algebrico che ha del geniale. Ovviamente la detrazione è fatta sul vero prezzo pagato, già scontato. Quindi 65 e 25 sono numeri che non si sommano!  Se da una cifra intera di 100 Euro togliamo il 25% di sconto ci rimangono da pagare 75 Euro. Detraiamo il 65% di 75 Euro sono 48,75 Euro che possiamo risparmiare. Sempre tenendo conto che comunque i soldi che potremo detrarre dallo stato dobbiamo tirarli fuori comunque. Ci rimangono da pagare 26,25 Euro! Quindi la spesa reale è il 26,25% e non il 10% come dichiarato.

Il nostro cervello si lascia tranquillamente ingannare dalla matematica , ritenuta erroneamente la scienza perfetta. La matematica rimane un’opinione … e qualcuno potrebbe averne una pessima opinione.    Io al proposito mi sono fatto un’opinione.

La matematica non è un pignone, come diceva Coppi.  (Renato Pozzetto)

Spettacolo della Befana ad Aosta con Arte in testa

Fare spettacolo per bambini il 6 Gennaio ad Aosta all’aperto mi incuteva immagini di bufere di neve e folate di vento che portavano via i bambini, memore di uno spettacolo portato ad Aosta tanti anni fa.

In realtà il giorno della Befana era un giornata bellissima e grazie all’ottima organizzazione dell’evento da parte di Arte in Testa, capitanata dal mio caro amico Luca Addario, tutto è andato benissimo, con tanta gente, tanta musica e tanto divertimento.

Se volete vedere un assaggio dello spettacolo della giornata la trovate qua.

Jefte lo mago al Carnevale Storico di Verres 2015

Tra uno spettacolo di Carnevale l’altro mi sono ritrovato nel mese di Febbraio a impersonare Jefte lo Mago, giullare medioevale, che di solito utilizzo solo nel periodo estivo.

Tra le nevi appena cadute e quelle che promettevano di arrivare, mi sono inerpicato fino allo splendido castello di Verres (AO) con la mia mucca e il cane invisibile che mi accompagnano in questi spettacoli , scoprendo una festa bellissima.

Tantissimi i partecipanti, figuranti e organizzatori.  Io mi sono divertito molto.

Jefte con Caterina e Pierre, personaggi storici protagonisti del Carnevale 2014

Jefte con Caterina e Pierre, personaggi storici protagonisti del Carnevale 2014

Carnevale Verres 2015, spettacolo medioevale

Beh, forse non tutti i partecipanti indossavano vestiti storici, ma questo Batman medioevale è stato un ottimo assistente.

Carnevale Verres 2015, corteo con Jefte giullare medioevale

In corteo con il timore che mi arrivasse la neve dall’alto, sottovalutando il pericolo dei coriandoli dal basso.

Carnevale Verres 2015, spettacolo medioevale nel castello di Verres

Ok, ok, da ste foto sembra che sia l’unico vestito medioevale, ma vi assicuro che c’erano un sacco di figuranti in veste storica. Ai bambini veniva lasciata più libertà!